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BIOGRAFIA DI PALADINO MIMMO



Paladino Mimmo

Breve scheda biografica


Nato a Paduli, in provincia di Benevento il 18 dicembre 1948, Mimmo Paladino passa la sua infanzia a Napoli e, dal 1964 al 1968, frequenta il Liceo Artistico a Benevento.
 Muovendo dal clima comune del "concettuale", la prima fase dell'attività dell'artista s'incentra principalmente sulla fotografia. La sua prima personale si tiene allo Studio Oggetto di Enzo Cannaviello a Caserta, nel 1969. I lavori prodotti in questa prima fase sono presentati alla Galleria Nuovi Strumenti di Brescia nel 1976.

 Tuttavia, le eccezionali doti di disegnatore di Paladino non rimangono a lungo celate. Nel 1977, infatti, realizza un grande pastello sul muro della galleria di Lucio Amelio a Napoli e partecipa inoltre alla rassegna "Internationale Triennale für Zeichnung" organizzata a Breslavia.
 Nello stesso anno si trasferisce a Milano.

 Nella seconda metà degli anni '70 egli riscopre la pittura e recupera il colore sia nella sua valenza espressiva sia nella matericità del pigmento: il suo interesse si concentra soprattutto sulla peculiarità della figurazione a divenire linguaggio.
 Immagini astratte e oniriche si susseguono su grandi tele dai forti valori timbrici, spazialmente definite da strutture geometriche, rami e maschere che attraggono l'osservatore.

 Gli anni a cavallo tra il '78 e l'80 sono da leggersi come un periodo transitorio tra la posizioni concettuali sulle quali era assiso inizialmente e la rinnovata attenzione per la pittura figurativa. Le opere di questa fase sono in prevalenza dipinti monocromatici dalle tinte decise sui quali campeggiano strutture geometriche, ma anche oggetti ritrovati quali rami o maschere.

 La sua arte riscuote ampio consenso all'estero. Nel 1980 giunge all'elaborazione di superfici di grandi dimensioni e opere di forte impatto visivo nelle quali racconta la vita e il mistero della morte. Utilizza l'incisione e molte altre tecniche per rappresentare il proprio "mondo interiore", primordiale e magico. Introduce presto nelle sue tele elementi scolpiti, spiazzando i critici nella sua coesione di modernità e arte povera.

 Mimmo Paladino affonda le sue radici negli anni Settanta, quando l'artista muoveva i primi passi nell'ambito di una figurazione ricca di elementi simbolici. Da tale atteggiamento discende l'attitudine, riscontrabile in tutta la successiva produzione, a lavorare sul linguaggio dell'arte e sulle sue articolazioni concettuali ed espressive. Paladino intraprende percorsi linguistici sorprendenti, sperimentando le diverse tecniche tradizionali: dal disegno alla pittura, alla scultura, al mosaico, all'incisione, all'immagine filmica che gli permettono di rappresentare il proprio "mondo interiore", primordiale e magico.

 Gli inizi degli anni ottanta, però, s'identificano sempre maggiormente con l'affermazione delle potenzialità di una pittura referenziale. Ad "Aperto '80", nell'ambito della Biennale di Venezia, il critico d'arte Achille Bonito Oliva propone la corrente della transavanguardia, di cui fanno parte Chia, Clemente, Cucchi e lo stesso Paladino. Le mostre alle quali l'artista campano partecipa in questi anni testimoniano quanto la sua pittura sia debitrice nei confronti del passato sia per i contenuti che per le forme, ma come al tempo stesso sia densa di simboli e capace di aprirsi a nuove prospettive.

 Dal 1985 si cimenta, inoltre, con grandi sculture in bronzo e con installazioni sperimentando così la contaminazione tra diverse forme espressive. Celebre l'installazione in Piazza del Plebiscito di una gigantesca montagna di sale. Da queste opere di forte impatto, decide poi di asciugare la sua arte per spingersi verso un rigore sempre più evidente ed una semplificazione delle strutture. Primo fra molti artisti italiani, ha esposto nel 1994 a Pechino, celebrato dal gotha della critica d'arte contemporanea giapponese.

 Accanto alla pittura, la scultura è parte fondamentale del lavoro di Paladino, come dimostrano alcune importanti opere inserite nel percorso espositivo; si tratta di fusioni in bronzo o in alluminio, legni spesso dipinti, ma anche rame, ferro e altri materiali.

 Pur nella loro apparente fissità da icone le opere di Paladino conservano sempre un'ambiguità densa di allusioni. Le maschere senza sguardo, i profili arcaici delle teste, custodiscono valenze emblematiche che sfuggono ad un'interpretazione univoca, anzi appaiono serbare enigmi, misteri insondabili o segreti.
 Nella seconda metà degli anni '80 i lavori di Paladino risultano fondati su una composizione che va semplificandosi. Si restringe l'inventario dei segni, mentre il colore suggerisce l'intero spazio dell'opera: pochi attributi sono sufficienti per delinearne l'intera struttura.
 Per la prima volta dal 1988, si potrà osservare ricostruita gran parte della sala personale realizzata dall'artista alla XLIII Biennale di Venezia.
 Alla fine degli anni '90 Paladino realizza diversi altri cicli pittorici, nei quali si rende evidente l'aspetto più problematico della sua ricerca, ovvero il continuo interrogarsi sul linguaggio dell'arte: la geometria, la frammentarietà, la molteplicità e l'accumulazione dei segni, insieme a improvvise cesure e cambi di registro, costituiscono alcuni fili conduttori della sua opera.
 Nel 1995 Paladino diventa protagonista di Piazza Plebiscito realizzando, come punto di confluenza dei suoi lavori contemporaneamente esposti al Museo Pignatelli e alle Scuderie di Palazzo Reale, la sua memorabile Montagna di sale: vibrazioni cromatiche, grandi campiture di colore, installazioni scultoree, forme animali e umane, cavalli rovesciati sul sale rimangono ancora oggi nella memoria dei napoletani; testimonianza superstite di quel grande evento è Vasca, oggi conservata nella collezione di Arte contemporanea del Museo di Capodimonte.

 La sua produzione inizia ad essere conosciuta anche all'estero, grazie ad una mostra itinerante del 1980, che si sposta da Basilea ad Essen, ad Amsterdam, oltre ad una personale alla Badischer Kunstverein di Karlsruhe. Intanto la dimensione dei suoi lavori si amplia e nelle sue tele convivono teschi, scheletri, maschere e animali, che contribuiscono all'edificazione di un mondo misterioso. Mentre le mostre che espongono le sue opere si susseguono numerose, l'artista prosegue la sua ricerca con una grande varietà di sperimentazioni tecniche e servendosi anche di scultura, disegno ed incisione. Nell'ambito dell'incisione opera con l'acquaforte, l'acquatinta, la linoleografia e la xilografia. Nell'attività plastica utilizza il legno, il marmo, il gesso ed il bronzo. Nel 1982 partecipa a Documenta di Kassel e hanno luogo importanti personali e del 1985 è la sua prima retrospettiva al Lenbachhaus di Monaco. I diversi viaggi compiuti in Brasile contribuiscono ad introdurre nella sua pittura componenti animistiche e fortemente emotive.

 Verso la fine degli anni Ottanta si riscontra nei suoi lavori un maggiore rigore ed una composizione molto più semplificata. Nel 1990 realizza la scenografia de La sposa di Messina di Schiller a Gibellina per la regia di Elio Capitani e costruisce per la prima volta la Montagna di sale. Del 1992 è l'installazione permanente Hortus conclusus nel complesso universitario di San Domenico a Benevento.

 Negli anni successivi si dedica più intensamente alla stampa d'arte ed esplora altri settori, come quello della ceramica e della terracotta. Musei di rilevanza mondiale espongono le sue opere.
 Mimmo Paladino vive e lavora tra Paduli, Roma e Milano.


Nel 2003 Paladino viene scelto in qualità di rappresentante dell'arte italiana durante la presidenza italiana a Bruxelles: la scultura equestre Zenith è installata nella piazza della sede del Parlamento Europeo.

 Qualche anno più tardi, al Museo di Capodimonte di Napoli presenta un lavoro dedicato a Don Chisciotte che prelude Quijote, il lungometraggio che l'artista dirigerà l'anno successivo.

 Nel 2010 Mimmo Paladino ha firmato la scenografia di work in progress, tour che ha visto riunirsi dopo trent'anni la coppia Lucio Dalla e Francesco De Gregori.


1948 - Nasce a Paduli (Benevento) il 18 dicembre.

1964 - Visita la Biennale di Venezia dove i lavori di Robert Rauschemberg, nel Padiglione americano, gli suscitano forte impressione rivelandogli la realtà dell'arte.

1968 - Si diploma al liceo artistico di Benevento. Tiene una mostra presentata da Achille Bonito Oliva, alla Galleria di Portici (Napoli).

1969 - Lo Studio Oggetto di Caserta di Enzo Cannaviello organizza una sua personale.

1973 - Inizia combinando immagini in tecnica mista, creando una complessa iconografia che tiene conto di una straordinaria miscela di messaggi, stranamente opposti e divergenti, comunque mescolati insieme.

1977 - Si trasferisce a Milano.

1978 - Compie il primo viaggio a New York.

1980 - Viene invitato da Achille Bonito Oliva alla sezione Aperto '80 della Biennale di Venezia insieme a Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi e Nicola De Maria. La mostra segnerà la nascita della Transavanguardia. Pubblica il libro EN-DE-RE con Emilio Mazzoli a Modena.

1981 - Partecipa alla mostra A New Spirit in Painting alla Royal Academy of Art di Londra. Il Kunstmuseum di Basilea e il Kestner-Gesellshaft di Hannover organizzano una mostra di disegni realizzati dal 1976 al 1981. Viene proposta anche al Kestner-Gesellshaft di Hannover al Mannheimer Kunstverein di Mannheim, al Groninger Museum di Groningen che lanciano Paladino come artista internazionale.

1982 - Partecipa a Documenta 7 a Kassel e alla Biennale di Sidney. Realizza la sua prima scultura in bronzo, Giardino Chiuso. Fa il primo di numerosi viaggi in Brasile dove vive il padre.

1984 - Costruisce una casa e uno studio a Paduli vicino a Benevento e da quel momento si divide tra Paduli e Milano.

1985 - La Lenbachhaus di Monaco di Baviera organizza la sua prima mostra retrospettiva. Realizza Pietre, la prima di parecchie serie di figure in pietra bianca.

1988 - Espone in una mostra personale alla Biennale di Venezia.

1989 - Disegna un orologio Swatch che viene prodotto in un'edizione di 100 pezzi. L'idea era quella non di decorare un orologio ma di disegnare il tempo: “Il mio Swatch è come una vanitas divertente, un simbolo poetico del tempo che passa, prodotto industrialmente”.

1990 - È chiamato dal regista teatrale Elio De Capitani per creare la scenografia dell'opera La sposa di Messina, basata sulla tragedia di Friedrich Schiller e rappresentata a Gibellina in Sicilia al festival Orestiadi. Paladino concepisce una scultura ambientata, illuminata dalla luce naturale della luna: un giardino Zen dominato da una montagna di sale dalla quale emergono 30 forme di cavalli di legno.

1991 - Al castello di Praga, ristrutturato per l'occasione, Paladino espone un ciclo di sette nuove tele ispirato dalla storia della capitale ceca, nove torsi di bronzo e lavori su carta. Una scultura di un cavallo caduto viene esposta in una piazza vicina. Completa un nuovo ciclo di dodici disegni su legno, Il Respiro della bellezza.

1992 - Realizza l'installazione permanente Hortus Conclusus nel chiostro di San Domenico a Benevento. “Mi piaceva l'idea di un hortus conclusus come un posto per guardare e contemplare i lavori d'arte lontano dalla costrizione della galleria d'arte”. La Galleria Civica d'Arte di Trento dedica una mostra alla sua Opera su carta. Una grande mostra di opere realizzate dal 1970 al 1992 viene organizzata in cinque musei brasiliani: Museo de Arte de Sau Paulo, Museo da Gravura di Curituba, Museo de Arte Moderna di Belo Horizonte, Museo de Arte Moderna di Brasilia, Museo de Arte Moderna di Rio de Janeiro.

1993 - Tiene una grande mostra personale al Forte Belvedere di Firenze.

1994 - È il primo artista contemporaneo italiano a esporre in Cina, alla Galleria Nazionale delle Belle Arti di Pechino. Lavora a Bologna. Pubblica Ulysses, 21 lastre incise all'acquaforte dal romanzo di James Joyce.

1995 - Napoli gli dedica una grande mostra alle Scuderie di Palazzo Reale, a villa Pignatelli Cortes e in piazza Plebiscito. La Montagna di Sale eretta da Paladino in piazza del Plebiscito è vista come una provocazione per l'inizio del nuovo anno.

1998 - Pubblica Film, una collezione di 32 disegni.

1999 - Una grande mostra alla South London Gallery include Testimoni, un gruppo di 20 statue in pietra bianca e Zenith, una serie di lavori in tecnica mista su alluminio. Per la South London Gallery Projects, Paladino crea l'installazione I Dormienti nel sotterraneo della Roundhouse a Chalk Farm; l'opera è accompagnata da musiche di Brian Eno. La Royal Academy di Londra lo insignisce del titolo di Membro Onorario.

2000 - Una sua opera è utilizzata nell'allestimento di Edipo Re, diretto da Mario Martone, al Teatro Argentina di Roma.

2001 - Illustra l'Iliade e l'Odissea di Omero, pubblicate in due volumi dalla casa editrice Le Lettere di Firenze. Viene pubblicato il catalogo Opera Grafica 1974-2001, a cura di Enzo Di Martino.

2002-2003 - Il Centro di arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato gli dedica, a cura di Bruno Corà, la più completa mostra retrospettiva organizzata da un museo italiano.

2003 - Espone con Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi e Nicola de Maria alla mostra Transavanguardia 1979-1985 al Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivoli.

2004 - Espone a Roma (XXIV Andamenti con Sol Lewitt) e a Napoli (Quadri milanesi) e realizza una scenografia (Edipo a Colono) per la quale vince il premio UBU per la “migliore scenografia teatrale”. Esegue le porte per la chiesa di Renzo Piano in onore di Padre Pio a San Giovanni Rotondo.

2005 - Il Museo d'Arte della città di Ravenna organizza una grande mostra Mimmo Paladino in scena raggruppando tutte le sue scenografie teatrali. In giugno, in occasione della Biennale, presenta, a cura di Enzo Di Martino, una mostra di grandi sculture alla Galleria Internazionale d'Arte Moderna Ca' Pesaro a Venezia. In dicembre al Museo Capodimonte di Napoli tiene la mostra dedicata al Don Chisciotte di Cervantes con dipinti, sculture, disegni ed un film.

2006 - Illustra una nuova edizione di Don Chisciotte e realizza un libro d'artista con poesie di Giuseppe Conte, ispirato al mitico “cavaliere errante” (Editalia). Il film, su invito del direttore Marco Müller, viene presentato, in settembre, con grande successo al Festival del Cinema di Venezia. Realizza le porte per la chiesa di San Giovanni Battista a Lecce (progetto di Franco Purini); porta a termine l'intervento nella piazza di Vinci, una Piazza per Leonardo, per la riconfigurazione dell'ingresso del nuovo Museo Leonardiano. Espone alle gallerie Cardi e Christian Stein di Milano e alla Waddington Galleries di Londra. In settembre, viene collocato all'ingresso dell'Auditorium dell'Ara Pacis a Roma un mosaico di grandi dimensioni, realizzato da Costantino Buccolieri, su un progetto del 2000.

2007 - Realizza due scenografie per lo spettacolo Oedipus Rex e Cavalleria Rusticana per il Teatro Regio di Torino. L'attività espositiva prosegue con la mostra al MADRE a Palazzo Donnaregina a Napoli e con l'esposizione Sculptures alla Galerie Thaddaeus Ropac di Parigi. In settembre viene allestita a Modena una mostra alla Galleria Civica, a cura di Angela Vettese e, sempre a Modena, il comune gli commissiona un telo per la copertura della torre della Ghirlandina durante i lavori di restauro. A Solopaca, sulle montagne del Sannio, realizza una grande installazione di 2500 mq. presso il serbatoio della diga di Camposauro. In ottobre viene inaugurato il mosaico realizzato per il Teatro Argentina a Roma in pendant con quello coevo di Enzo Cucchi.






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